Un Process Collettivo per parlare di carcere e cooperazione

Mark Bradford è l’artista che rappresenta gli Stati Uniti d’America alla Biennale di Venezia che si svolge dal 13 maggio al 26 novembre 2017.

Contestualmente alla mostra presentata nel Padiglione degli Stati Uniti, Bradford ha iniziato una collaborazione di sei anni intitolata “Process Collettivo”, con la nostra cooperativa sociale, che mira a lanciare un programma sostenibile a lungo termine che faccia conoscere sia il sistema penale che il successo del modello di cooperazione sociale.

La prima espressione della collaborazione è l’apertura di un negozio, situato nel cuore di Venezia, che ha aperto al pubblico alla fine di aprile 2017.

“L’approccio di Mark al progetto per il padiglione degli Stati Uniti -che comprende sia la mostra che Process Collettivo- è un esempio della sua impostazione spiccatamente concreta nel misurarsi con le questioni sociali, in particolare quelle che influiscono sugli emarginati” afferma Bedford, direttore del BMA ed ex direttore del Rose Art Museum.

Mark Bradford:
l’arte per reinventare il mondo

Mark Bradford è nato nel 1961 a Los Angeles, in California, dove risiede e lavora, ha esposto in numerose mostre nazionali e internazionali, sia personali che collettive.

Mark Bradford è famoso per i dipinti astratti e le opere a collage che riprendono la capacità dell’arte americana della metà del secolo scorso di far emergere il sublime e suscitare emozioni profonde, e che integrano stratificazioni di testimonianze sociali e personali.

Di pari passo con l’impegno artistico nello studio, Bradford vive un profondo coinvolgimento nelle questioni sociali: l’impegno dell’artista, investito in ugual misura nella creazione formale e nell’attivismo sociale, radica i suoi interventi nell’ambito della cultura generale e concretizza la sua convinzione che gli artisti contemporanei possano reinventare il mondo in cui viviamo.

Tomorrow Is Another Day, la mostra del padiglione degli Stati Uniti, riflette l’attenzione dell’artista verso il rinnovamento delle tradizioni della pittura astratta e materialista, ma anche verso i suoi interessi sociali e intellettuali di sempre, in particolare verso le comunità emarginate. Bradford ha creato per le cinque sale del padiglione degli Stati Uniti una narrazione a più livelli che procedendo attraverso gli spazi dell’edificio riflette la fiducia dell’artista nella capacità dell’arte di rivelare le contraddizioni della storia e di ispirare le azioni del presente.

Le opere di Bradford sono presenti, tra l’altro, nelle collezioni del Metropolitan Museum of Art di New York, del Museum of Contemporary Art di Chicago, del Museum of Fine Arts di Boston, del Museum of Modern Art di New York e del San Francisco Museum of Modern Art, del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, del Walker Art Center di Minneapolis, del Whitney Museum of American Art di New York e dell’Hammer Museum di Los Angeles.

www.markbradfordvenice2017.org

Photo: ©Fabio Reflex Rizzo

MARK BRADFORD COLLECTION

Limited Edition #1

A Maggio 2017 abbiamo lanciato la prima edizione limitata della Mark Bradford Collection, prodotta in collaborazione con l’artista statunitense.
La collezione, progettata da Isotype Studio, comprende 6 modelli in PVC, che ripropongono particolari diversi di un’opera di Mark Bradford, The next hot line, 2014 (tecnica mista su tela, 84”x108”).

Le loro linee – semplici, geometriche ed essenziali – danno enfasi alla stampa e hanno permesso un’attenta cura dei dettagli. I manici in cuoio e la tracolla removibile in pelle garantiscono un utilizzo trasversale delle borse.

Esclusivealla moda e realizzate a regola d’arte, le Malefatte Bradford sono state realizzate in tiratura limitata autografate dall’autore.

Limited Edition #2

La seconda edizione limitata della Mark Bradford Collection è stata presentata in anteprima il 26 maggio 2018, in occasione del primo compleanno di Process Collettivo.

La borsa, disegnata dall’architetto e designer Francesco Tencalla con la collaborazione di Giada Mambrin,  ha un nuovo design e una nuova opera stampata: And so the Trojans buried Hector breaker of Horses, 2017 (Tecnica mista su tela, 213 x 274 cm). La sua realizzazione è stata promossa dallo stesso artista per sostenere Art supports job training in prison, la raccolta fondi in sostegno di Rio Terà dei Pensieri e della sua attività con detenuti.

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